Visita della base di manutenzione del Parco eolico offshore di Saint-Nazaire

Martedì 12 agosto scorso, ho avuto la fortuna di scoprire i retroscena del primo parco eolico offshore di Francia. Grazie a un’iscrizione sul sito del programma “Visiter EDF”, mi sono recato alla base di manutenzione del Parco eolico offshore di Saint-Nazaire, situata sul porto di La Turballe, per una visita di un’ora e mezza, dalle 14:00 alle 15:30.

Il programma era tanto semplice quanto affascinante: prima, una presentazione dettagliata in sala conferenze, seguita da una visita guidata dei locali che fungono da cervello e punto di partenza per tutte le operazioni in mare.

Questa visita è stata l’occasione per raccogliere una quantità impressionante di informazioni su questo progetto titanico. Ecco una sintesi completa di tutto ciò che ho imparato, per condividere con voi i segreti di questo gigante dei mari.

Il Parco Eolico Offshore di Saint-Nazaire: Il Dossier Completo

1. Un Contesto Energetico Ambizioso

Mentre paesi come la Danimarca sfruttano l’energia eolica offshore da oltre 20 anni, la Francia sta iniziando una corsa contro il tempo. L’obiettivo del governo è di sviluppare 50 parchi eolici offshore entro il 2050. Questo traguardo ambizioso si scontra con la complessità delle procedure: il parco di Saint-Nazaire ha richiesto 10 anni per diventare operativo, di cui 7 anni dedicati unicamente alle pratiche amministrative (studi di impatto, consultazioni, autorizzazioni) e circa 2 anni e mezzo per la costruzione industriale. Per accelerare, lo Stato punta su iniziative come “La mer en débat”, volte a realizzare studi ambientali globali per ogni facciata marittima al fine di semplificare i progetti futuri.

2. Il Parco di Saint-Nazaire: Scheda d’Identità

  • Potenza e Composizione: 80 turbine eoliche da 6 ciascuna, per una potenza totale di 480 .

  • Dimensioni: Il parco si estende su una superficie di 78 , a 12 al largo della penisola di Guérande.

  • Produzione: Copre il fabbisogno elettrico di 700.000 persone, pari al 20% del consumo della Loira Atlantica.

  • Investimento e Azionariato: Il progetto è costato 2 miliardi di euro. È posseduto al 50% da EDF Renouvelables e al 50% da un consorzio di partner finanziari canadesi, Enbridge e CPP Investments.

3. Una Posizione Strategica: Il Banco di Guérande

La scelta del sito è il risultato di un’analisi rigorosa. Il banco di Guérande è un altopiano roccioso rialzato dove la profondità dell’acqua è bassa (12-25 metri), ideale per ancorare saldamente le fondazioni. Questa posizione evita i corridoi di navigazione delle navi da carico e non ostacola le tecniche di pesca locali (principalmente con le nasse), che rimangono autorizzate all’interno del parco. Una distanza di un chilometro tra ogni turbina è stata rispettata per garantire la sicurezza e la fluidità della navigazione.

4. La Costruzione: Un Cantiere Titanico

Il porto di Saint-Nazaire è servito da base logistica per l’assemblaggio e la partenza degli immensi componenti. Il cantiere ha mobilitato navi eccezionali:

  • La Pioneering Spirit: La nave più grande del mondo, un catamarano gigante largo 130 metri, è stata noleggiata per installare la sottostazione elettrica da 2400 tonnellate.

  • La Vol au vent: Questa nave auto-sollevante (o jack-up) ha trasportato e montato le turbine, essendo in grado di assemblarne quattro in una sola settimana.

5. Il Viaggio dell’Elettricità: Dalla Pala alla Rete Nazionale

  1. L’elettricità viene prodotta a 33.000 volt in ogni turbina.

  2. Viene centralizzata nella sottostazione offshore, dove la sua tensione viene elevata a 225.000 volt per limitare le perdite.

  3. Due cavi di esportazione di 30 la trasportano fino alla costa.

  4. Percorre poi altri 30 sottoterra per raggiungere la stazione di Prinquiau, dove viene immessa nella rete nazionale, spesso diretta verso la Bretagna, una regione descritta come una “penisola elettrica” a causa della sua bassa produzione locale.

6. Sfide Strategiche e Operative

La Questione della Priorità sulla Rete

Fino a giugno 2025, il parco beneficiava di un acquisto prioritario della sua elettricità da parte dello Stato. Tuttavia, una nuova regolamentazione ha posto fine a questo sistema. D’ora in poi, se la rete elettrica nazionale è satura (ad esempio, a causa di un basso consumo e di una forte produzione nucleare), lo Stato può richiedere l’arresto delle turbine. Si ferma prioritariamente l’eolico perché l’arresto e il riavvio di una turbina sono operazioni semplici e senza rischi per la macchina. Al contrario, modulare la potenza di un reattore nucleare è tecnicamente complesso e può generare sottoprodotti gassosi che complicano la sicurezza dell’impianto.

Il Centro Operativo e la Manutenzione

Tutta l’attività è gestita dalla base di manutenzione di La Turballe, dove lavorano 100 persone. Il centro di controllo funge da cervello del parco, ricevendo in tempo reale i dati di ogni turbina tramite fibra ottica. I 60 tecnici che operano in mare sono dipendenti di General Electric per la manutenzione delle turbine stesse (con un contratto di 17 anni), e di EDF Renouvelables per il resto delle infrastrutture (fondazioni, cavi).

La sicurezza è una priorità assoluta: l’accesso a una turbina è una manovra millimetrica in cui il capitano della nave fa un conto alla rovescia al tecnico (“5, 4, 3, 2, 1, 0”) affinché metta piede sulla scala nel momento esatto in cui l’onda solleva la barca. Ogni movimento è segnalato e monitorato dalla sala di coordinamento.

Le Ricadute sull’Occupazione Locale

Nonostante le speranze, non ci sono state riconversioni dirette di pescatori locali in tecnici di manutenzione, una professione che richiede competenze specifiche in elettricità e un’ottima condizione fisica. Tuttavia, la presenza della base contribuisce innegabilmente al dinamismo economico del porto di La Turballe.

7. Il Futuro del Parco: Oltre la Concessione di 30 Anni

La concessione marittima ha una durata di 30 anni, che si articola in 2,5 anni di costruzione, 25 anni di esercizio e 2,5 anni di smantellamento. Al suo termine, sono possibili tre scenari:

  1. Lo Stato proroga la concessione con l’attuale operatore.

  2. Lo Stato lancia una nuova gara d’appalto, che obbliga allo smantellamento completo prima che un nuovo vincitore ricostruisca.

  3. L’area viene riportata al suo stato naturale e lo sfruttamento cessa.

In caso di smantellamento, tutte le attrezzature verranno rimosse. Solo la parte della fondazione profondamente ancorata nella roccia verrà lasciata sul posto, dopo essere stata tagliata a filo con il fondale marino, per non distruggere l’ecosistema marino che vi si sarà sviluppato.

By kourser

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